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LE MANINE DEGLI ANGIOLETTI

​Fuori la neve scendeva apparentemente infinita, eppure dentro il caminetto donava un piacevole tepore, i pasti caldi che venivano serviti scaldavano quei cuoricini infreddoliti. I genitori di Gabriele avevano spesso aiutato chiunque ne avesse bisogno, ma quello era il primo anno in cui lui stesso partecipava alla mensa per chi una casa non l’aveva più. Gli amichetti erano fuori a giocare molto spesso, anche lui ogni tanto usciva, ma poi avvertiva una grande voglia di entrare e vedere Rosa che allattava il piccolo Leo o Mia che giocava con Pallina scodinzolante, trascorrere tempo con loro che si sentivano soli faceva sentire meno solo anche lui. Ai coetanei interessavano i giochi nuovi, i vestiti alla moda, lui quelle cose nemmeno le vedeva, preferiva un campanellino di Natale che aprisse un sorriso sui piccolo visetto di Leo. Eppure spesso si sentiva in difetto, si sentiva diverso, non giusto o sbagliato, ma diverso perché gli altri lo facevano sentire così. Mia poteva avere la sua stessa età occhio e croce, come altri tre bambini del resto, però, come spesso accade, la timidezza li aveva portati solo a qualche sorrisetto. La mamma di Gabriele un giorno portò al gruppetto di bambini della cioccolata calda e il suo calore allentò le resistenze fra di loro. Bastò stringersi le mani in un girotondo di felicità perché si scoprissero amici più di quanto avrebbero immaginato. Insieme scrissero la letterina a Babbo Natale, chiedendo un futuro migliore per tutti quanti, decorarono l’albero con palline colorate e loro disegni, ma soprattutto con risate e allegria, sempre insieme realizzarono il Presepe. Tra angeli disegnati dalle figure dei loro corpicini nella neve, i vari preparativi e i momenti condivisi i giorni volarono felici e presto arrivò il tanto atteso giorno di Natale. Gabriele aveva pochi risparmi, il suo cruccio era di non essere riuscito a fare regali agli amichetti e lo disse quando gli chiesero quale pensiero lo rendesse triste. Quando giunse il momento di scartare i regali, si trovò tra le mani una lettera scritta da manine diverse. Il contenuto diceva che con i suoi risparmi avrebbe potuto regalare loro qualcosa da poter mettere sotto l’albero, ma sicuramente meno prezioso del regalo che era riuscito a fare. Aveva dedicato tempo a dei perfetti sconosciuti in difficoltà, li aveva ricoperti d’affetto tanto da diventare loro amico e questo era il più bel regalo che chiunque potesse desiderare di ricevere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I regali confezionati sono il simbolo di un pensiero dedicato a una persona e questo è ciò che li rende speciali, la parte non materiale che li precede e li segue. Per questo ci sono addirittura regali che non si possono toccare, ma che hanno un valore inestimabile. Ricordarsi di qualcuno solo nelle ricorrenze smentisce il significato del dono, donare il proprio tempo quando se ne ha l’occasione, invece, è un gesto incommensurabile. Si tratta di attimi unici che non torneranno più, una parte di noi dedicata agli altri. È con la speranza che portiamo con noi questa consapevolezza ogni giorno che auguro a tutti delle Buone Feste!

                                                                                                                                                                        Elisa
 

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