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TANTA GIOIA IN UNO "SQUIT"


In un piccolo paesino di campagna, dove il divertimento era ancora sano e genuino, i più piccini si ritrovavano nei ventilati pomeriggi d’estate a giocare nelle stradine con l’erbetta, nei vicoli poco scoscesi, nei verdi praticelli fioriti. Costruzioni di legno, aeroplani di carta e aquiloni coloravano le lunghe e serene giornate dei bambini. I giorni durante l’infanzia sono fiabe sempre nuove sprigionate dalla contagiosa fantasia degli spensierati fanciulli. Un giorno arrivò al paesino un mercante, che donò a tutti i bambini delle “palline magiche”, di quelle che rimbalzano allegramente sfidando la forza di gravità. Tutti felici si apprestarono a metterne alla prova le capacità sino a disperderne chissà dove, giù nella vallata, una grande quantità. Chi frugava nei cespugli, chi sbirciava tra gli infissi, infine qualcuno si trovò tra le mani una morbida pallina bianca e, senza badarci, la lanciò ai compagni per continuare il gioco. Solo una dolce bimba dagli occhioni furbetti ed espressivi e appassionata di animali riconobbe nel batuffolino un minuto criceto si inserì nel gioco e riuscì a prenderlo al volo prima di scappare a rifugiarsi insieme alla bestiolina spaventata. Scaldò il cricetino fra le manine e gli mise profumati fiorellini tutt’intorno. Rincasata, Martina costruì una culla per la creaturina: un vecchio pattino a rotelle, una scodellina, dell’ovatta e presto fu fatta. “Fiocco”, così Martina decise di chiamare il suo inseparabile piccolino. I più avrebbero puntato il dito contro quella “bestiaccia” da scacciare, Martina invece sapeva ricoprirlo d’affetto e in egual misura ne riceveva, tant’è che di tanto in tanto le pareva che Fiocco le sorridesse e le fosse riconoscente. I genitori allora le procurarono un’accogliente culla su misura facendo felice sì l’animaletto, ma ancor di più la pimpante bambina che sin dal primo giorno al giardino, aveva provato una gioia immensa nel prendersi cura del suo Fiocco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Spesso le cose più piccole e meno appariscenti sono quelle che destano meno curiosità e ricevono poche attenzioni. Possono essere sottovalutate e fraintese come nel caso dei bambini che giocavano con un bene prezioso senza nemmeno rendersene conto. Un bene prezioso, sì, perché non solo si tratta di una vita, ma anche di un essere in grado di trasmettere qualcosa a chi lo sa capire. Ognuno di noi dovrebbe ricordarsi sempre di essere uno scrigno prezioso di cui in pochi hanno la chiave, ma che non per questo va sottovalutato, anzi proprio per la sua unicità in tanta semplicità va valorizzato!

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                                                                                                                                                                             Elisa

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